Istat, Giustizia: Il 52% degli italiani insoddisfatti dei tribunali civili

27/09/2016
Istat, Giustizia: Il 52% degli italiani insoddisfatti dei tribunali civili

Il 40% cento delle cause si è conclusa tra i due e i cinque anni dall’inizio. Buona parte dei cittadini individua nel rapporto umano con i magistrati il fattore di maggiore criticità.

Nel 2015, l’11,0 per cento della popolazione residente di 18 anni e più (circa 5 milioni 500 mila persone) dichiara di essere stata coinvolta almeno un volta in un contenzioso civile nel corso della vita. Questo tipo di esperienza vede protagonisti più spesso gli uomini (12,9 per cento) delle donne (9,3 per cento). I contenziosi civili sono più frequenti nel Nord-est (12,9 per cento) che nel Meridione e nelle Isole (9,2 per cento e 8,6 per cento). più nei comuni centro di area metropolitana rispetto ai piccoli centri fino a 2 mila abitanti (12,3 per cento contro 9,6 per cento). All’avvio della causa soltanto il 27,8 per cento dei cittadini era a conoscenza dei costi da sostenere; la quota scende all’aumentare dei gradi del giudizio: nei Tribunali o presso il Giudice di pace è pari a circa il 28,0 per cento, diminuisce sensibilmente in Corte d’Appello (25,0 per cento), crolla in Cassazione (7,9 per cento).

Il processo civile si svolge in un ampio arco temporale: il 17,2 per cento dei rispondenti dichiara che la controversia si è conclusa nei cinque anni successivi all’anno di inizio, il 40,0 per cento in un periodo compreso tra 2 e 5 anni, il 19,1 per cento nell’anno successivo all’avvio e il 23,8 per cento nello stesso anno dell’avvio. Il 52,0 per cento di coloro che hanno avuto una esperienza diretta con la Giustizia civile dichiara di essere poco o per niente soddisfatta. L’insoddisfazione è maggiore fra gli uomini (57,0 per cento rispetto al 46,8 per cento delle donne). Una profonda insoddisfazione (67,3 per cento) viene manifestata da chi aspetta da almeno cinque anni la pronuncia del giudice come pure da parte di chi ha sostenuto costi elevati assolutamente non previsti (70,0 per cento). L’insoddisfazione diventa ancora più marcata tra coloro che considerano l’esito del procedimento del tutto “sfavorevole” (84,0 per cento). Secondo i cittadini intervistati bisognerebbe soprattutto ridurre la durata dei procedimenti (68,6 per cento), semplificare gli aspetti burocratici (57,7 per cento) e garantire puntualità alle udienze (31,0 per cento).

Buona parte dei cittadini individua nel rapporto umano con i magistrati il fattore di maggiore criticità. Tre su dieci ritengono che i giudici dovrebbero “prestare più attenzione alle ragioni delle parti” o garantire una maggiore “imparzialità” (21,7 per cento). Negli ultimi tre anni ben 1 milione 555 mila persone hanno deciso di rinunciare ad avviare una causa civile per il timore di sostenere costi troppo elevati rispetto al vantaggio conseguibile (30,8 per cento), per l’incertezza dei tempi di svolgimento (25,6 per cento) o dell’esito favorevole (15,5 per cento). Non tutti sanno che è possibile raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente attraverso forme di risoluzione extragiudiziali (cosiddette ADR). Solo il 41,9 per cento conosce l’Arbitrato e il 43,9 per cento il significato di Mediazione Civile. nel corso della vita la quota di cittadini che ha utilizzato tali strumenti è di circa il 3,6 per cento.